Una baita tra prati e rocce

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Una baita tra prati e rocce

 

Donna Moderna

Year IX n° 40 – 1996

 

Text  –  page 161

 

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Già nel 1358 il passo San Pellegrino, pochi chilometri sopra Moena in Val di Fassa, veniva menzionato come luogo dove l’Ordine di San Pellegrino alle Alpi voleva edificare un “ospitale”. Oggi il rifugio non è più raggiunto da viandanti e soldati ma solo da escursionisti che arrivano fin quassù per ammirare una delle aree trentine più ricche di vie in alta quota. A poca distanza, per esempio, nella conca racchiusa tra la Punta dell’Uomo, le Cime Cadine e il Sasso di Valfredda si trova un alpeggio adagiato a quasi 2 mila metri.

Negli anni Sessanta, due sacerdoti con la passione per la montagna, costruirono una bella baita oggi nota come rifugio Fuciade (tel. 0462/574281, chiuso in novembre, mezza pensione 95.000 lire) e vicina ad altri vecchi fienili.

Il suo nome, infatti, deriva dal ladino fauciade: luogo dove si falcia. Di recente ristrutturato, l’accogliente ostello ha otto stanze con bagno di cui una con sei cuccette. La cucina è ottima: si possono gustare affettati di selvaggina, polenta con formaggio fuso, insalata di canederli con carne affumicata, yogurt con frutti di bosco e formaggi degli alpeggi. Se ne può fare scorta alla malga Boer (a due chilometri dal passo in direzione di Falcade) dove vengono lavorate le forme di Montasio, ricotta e Tosella, ottima alla piastra.

Nei dintorni. Dal rifugio si parte per brevi passeggiate o escursioni di più giorni, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Uno dei percorsi più semplici è quello che sale al Passo di Cirelle per scendere al Rifugio Contrin (tre ore). Altrimenti si può raggiungere malga Ciapela attraverso il Passo di Banca e la Val Ombrettola o la Forcarossa. In ogni caso il premio per chi arriva in alto sarà la magnifica vista dell’imponente parete sud della Marmolada. Chi ama l’escursione naturalistica può raggiungere in auto il Parco di Paneveggio Pale di San Martino: in quindici chilometri si scende a Falcade e si risale al passo di Valles. La foresta di Paneveggio intorno al lago di Forte Buso è una delle più ricche ed estese dell’arco alpino, mentre l’imponenza delle forme e la varietà dei colori delle rocciose Pale di San Martino offrono effetti di grande suggestione.

Gli acquisti.

A mezz’ora dal valico si trovano i comuni di Moena, Vigo, Pozza e Canazei. Nei piccoli negozi artigianali il legno trionfa in tutte le forme, dal cucchiaio alle piccole cassepanche dipinte; mentre nei mercati all’aperto si trova ogni tipo di miele e di pane. A Pozza di Fassa: l’antiquariato regionale di Mizacole e antichità (piazza Italia 5, tel. 0462/63318). A Tesero, acquisti a prezzi di fabbrica al calzaturificio La sportiva (località Piera 5, tel. 84417), specializzato in pedule e scarponcini flessibili di Goretex.

Piatti tipici della cucina trentina e ladina si possono gustare a Pozza di Fassa sotto i boschi del Latemar: al Malga panna (via Costalunga 29, tel.573489), al Ja Navale (via dei Colli 4, tel.573930) completamente arredato in legno di cirmolo e al Tyrol (piazza Italia, 10 tel. 573760) con i suoi speciali piatti di cucina ladina.

Per informazioni: Azienda di soggiorno, tel. 0462/573122.